Archivio Ottobre 2012

Festa dell’AID AL ADHA 1433-2012 allo Zonarelli, domenica 4 novembre

Associazione Sopra i ponti Bologna

Associazione La Jeunesse marocaine Bologna

Associazione Al Ghofrane Bologna

Associazione Cominciamo insieme Casalecchio di Reno

vi invitiamo a festeggiare con noi la festa del Adeha.

“CONOSCERSI PER RISPETTARSI”

invito a pranzo al Centro interculturale Zonarelli domenica 4 novembre
dalle ore 13
rivolto a chi è interessato a un’occasione di scambio culturale

LIBERTA’ DI OPINIONE NON PUO’ ESSERE LIBERTA’ DI OFFENDERE

La comunità musulmana vuole aprire la porta al dialogo con la cittadinanza, perché siamo convinti che il dialogo e il confronto siano il modo migliore per sfuggire alla trappola di chi ha interesse a provocare lo scontro di civiltà.
Facciamo appello ai democratici e a tutti quelli che credono nella libertà d’opinione senza confonderla con la libertà di offendere a condividere con noi un momento di festa, di riflessione e di confronto in occasione dell’Aid Al Adha (Festa del Sacrificio 1433 – 2012)

Pranzo: piatti tipici della festa e gastronomia dall’oriente al nord Africa a seguire: tavola rotonda e riflessione per guardare oltre il pregiudizio

Hanno assicurato la loro presenza finora:
Giovanni Mottura, sociologo – Matilde Marchesini, sociologa, associazione Mani (Parma) – Mustapha Toumi, esperto in islamologia (Tunisia – Ravenna); Mohamed Sayed, associazione 3 Febbraio Bologna (Egitto – Bologna);

La partecipazione è gratuita

 Anche noi della SIM parteciperemo con un banchetto e con la nostra presenza 🙂

Se siete interessati a passare un pomeriggio in compagnia mangiando cose buone appuntamento alle 12 a XM24 (per chi non sa dove si trova lo Zonarelli) oppure direttamente lì alle 13

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Posizione dei migranti dopo l’incontro con Questura e Prefettura

Noi non ce ne andiamo!

Dopo quattro mesi il Coordinamento Migranti di Bologna e Provincia è riuscito a incontrare i vertici dell’ufficio stranieri della Questura e quelli dello Sportello unico immigrazione della Prefettura al fine di ottenere delle risposte, dopo le richieste presentate durante il presidio del 30 giugno. Queste richieste riguardano ambiti in cui questi organi possono adottare un’interpretazione meno restrittiva della legge rispetto a quanto accaduto fino a oggi. Le nostre richieste sono state chiare, ma le risposte che ci sono state fornite sono state confuse. L’incontro ha reso evidente che Prefettura e Questura si continuano a nascondere dietro a un folto corpo di leggi, prassi e abitudini che sembrano impedire qualunque cambiamento.

 

·         Con riferimento alla questione dei contributi INPS, Questura e Prefettura hanno affermato che attraverso nuovi protocolli tra amministrazioni, i migranti non sono obbligati a portare il rendiconto dei contributi INPS in Questura. Il venir meno di questa vessazione, però, non risolve il problema: il versamento dei contributi continua a essere considerato un requisito necessario per il rinnovo del PDS. Il peso è scaricato interamente sui migranti, il cui PDS è messo a rischio dai ritardi o dall’evasione fiscale dei datori di lavoro, rendendo evidente la disparità di trattamento.

·         Per quanto riguarda i requisiti di reddito i rappresentanti di Questura e Prefettura hanno affermato che, a fronte di una legge che lega il permesso di soggiorno al lavoro e alla situazione economica dei migranti, loro sono tenuti a controllare non soltanto la condizione presente dei richiedenti, ma anche la condizione passata, al fine di verificare la sussistenza di fonti lecite di sostentamento.

Risulta però evidente che su questo punto come su altri non vi sia né univocità né chiarezza sui modi e sull’estensione di tali verifiche. Questo lascia ampi margini di manovra e discrezionalità agli uffici competenti. I vertici di Questura e Prefettura confermano ciò dichiarando che, in questi casi, la loro prassi si rifà alla giurisprudenza. Nei casi di poca chiarezza, dichiarano di rifarsi ai pronunciamenti del Consiglio di Stato, in particolare ad un risalente al mese scorso, in cui sarebbe confermata la necessità di controllare i redditi e i contributi passati prima di rilasciare il permesso di soggiorno. Di fronte a ciò, rileviamo come vi siano diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, non tutti univoci e non sempre obbligatori. Il problema da noi sollevato riguarda la mancanza di volontà e di coraggio, per adottare una prassi che sia estensiva e inauguri una nuova giurisprudenza capace di rispondere ai drammatici problemi prodotti dalla crisi economica. Questura e Prefettura non possono trincerarsi dietro tali pronunciamenti per legittimare ex-post una prassi che deriva da scelte e non da necessità.

Ne è un esempio anche la durata del permesso di soggiorno per ricerca lavoro, sempre applicata avendo come riferimento la durata minima prevista dalla legge, ora passata a 12 mesi dopo i precedenti 6. Nulla impedisce agli uffici competenti di estendere tale durata a 24 mesi, nel contesto di crisi che stiamo vivendo. Ma questo non accade.

Questura e Prefettura dichiarano che tutti questi controlli vanno nella direzione di tutelare l’interesse dello Stato e del lavoratore nel controllare l’eventuale presenza di lavoro nero. Una motivazione a dir poco sorprendente: tali controlli hanno come effetto probabile il diniego del permesso di soggiorno, e dunque la clandestinizzazione dei migranti, ed è noto che senza un permesso valido non è possibile accedere a un lavoro regolare. Inoltre, avere un lavoro non significa poter rinnovare il permesso, in un “mercato del lavoro” caratterizzato strutturalmente da rapporti di lavoro precari, sottopagati, cosiddetti in nero o comunque non formalizzati. Una realtà che gli organi dello Stato fingono di ignorare. Tutto il peso di tale situazione cade sui lavoratori: oltre all’assenza di ogni minima tutela che caratterizza questi rapporti di lavoro, Prefettura e Questura di Bologna ci hanno praticamente detto che mettere a rischio anche il permesso di soggiorno è un favore che fanno ai lavoratori migranti.

A noi sembra, invece, che queste procedure complichino volutamente il rinnovo del permesso di soggiorno, anche in presenza di un contratto di lavoro regolare e attualmente in essere, con l’effetto di condannare la disoccupazione passata e rendere impossibile la vita dei migranti in una situazione in cui il lavoro è sempre più precario e la disoccupazione dilaga.

Durante l’incontro, i responsabili di Questura e Prefettura hanno affermato che questi controlli sono motivati anche dalla necessità di evitare che persone che non contribuiscono alla fiscalità generale poi abbiano il beneficio di servizi pagati da suddetta fiscalità. Ma di quali benefici parlano? Di fatto, in questo modo i migranti, che secondo tutti i dati hanno largamente contribuito in questi anni alle finanze dello Stato, prima pagano, poi vengono eliminati per via burocratica nel momento di difficoltà. Addirittura, hanno detto che sono fatti per garantire il diritto alla pensione: forse non sanno che i migranti rischiano di perdere tutti i contributi versati se perdono il permesso di soggiorno?

Ne risulta un quadro agghiacciante, in cui i migranti vengono usati come emblema di un finta lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero, alla crisi del welfare. Queste lotte per noi sono solo lotte contro i migranti e contro i lavoratori, che vengono così presi in giro in nome di quel razzismo istituzionale per cui le difficoltà economiche diventano un giudizio morale sui migranti e le loro condotte di vita.

Mentre si pongono come puri esecutori della legge e garanti dell’ordine pubblico, di fronte alla richiesta di aprire uno sportello informazioni, Questura e Prefettura dichiarano di fatto di non riuscire per carenza di personale e di risorse. Negando così il diritto di informazione a un cittadino straniero dello stato della sua pratica, poiché l’accesso al servizio mail non è universale come vorrebbero far credere.

Nello stesso contesto di carenza di personale ci è stato detto che l’attesa di un permesso di soggiorno, che non dovrebbe essere più lunga di 40 giorni, dipende dal personale che hanno a disposizione e quindi ora l’attesa di un PDS è più di tre mesi, senza un sportello informazioni e senza nessuna certezza di ottenere informazioni sul sito internet dove dovrebbe essere possibile avere aggiornamenti della pratica. Tradotto: Questura e Prefettura di Bologna, di fronte alle legittime richieste e proteste dei migranti, dichiarano di essere sotto organico rispetto ai compiti che la legge attribuisce loro nell’espletazione delle pratiche relative ai permessi di soggiorno. Inoltre, che non ci sarebbero i soldi per riparare l’unico bagno presente all’Ufficio Stranieri di via Bovi Campeggi, dove i migranti sono costretti a rimanere in attesa anche per ore.

Il comportamento che spesso assumono gli agenti e il personale presente nei confronti dei migranti, che comprende maleducazione ed epiteti razzisti pronunciati ad alta voce, è noto a tutti coloro che abbiano avuto bisogno di recarsi in Questura per questi motivi. La verità è che non avere un punto informativo ha il solo scopo di tenere i migranti lontani dagli occhi pubblici. La ridicola controproposta di una buchetta dove i migranti possono mettere le loro richieste denota il livello di serietà di certe posizioni.

I principali sindacati e associazioni di questa città hanno deciso negli anni di collaborare al fine di nascondere questi problemi, accontentandosi di ottenere soluzioni parziali a problemi particolari, offrendo anche i propri uffici stranieri per evitare il caos che questa legge produce. Noi pensiamo invece che sia ora di prendere atto che di fronte a queste leggi sull’immigrazione e l’impatto della crisi economica su tutti i lavoratori e le lavoratrici, non è possibile mantenere una posizione di mediazione. L’impegno per risolvere situazioni particolari non può continuare a essere un alibi per evitare di assumersi la responsabilità della lotta al razzismo istituzionale e contro la legge Bossi-Fini. Questo è quello che noi continueremo a fare.

30/10/2012

Coordinamento Migranti Bologna e provincia

http://coordinamentomigranti.org/

coo.migra.bo@gmail.com

327.57.82.056

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Migranti: il Coordinamento incontra Questura e Prefettura

Il Coordinamento Migranti Bologna incontrerà nei prossimi giorni i funzionari di Questura e Prefettura, per ascoltare quali soluzioni siano state approntate per rispondere ai gravi problemi che la crisi economica e la legislazione italiana stanno causando alle migranti, ai migranti e alle loro famiglie. Il 30 giugno scorso, i migranti hanno presentato ai funzionari una lista delle più gravi problematiche e di possibili soluzioni. In particolare, denunciando come l’interpretazione restrittiva della legge data dagli uffici Bolognesi, e quelle che abbiamo definito “male pratiche”, abbiano aumentato notevolmente le difficoltà dei migranti nel mantenimento del permesso di soggiorno (le motivazioni sono sintetizzate nel documento in allegato). Siamo rimasti in attesa di un nuovo incontro per mesi, mentre gli stessi problemi hanno continuato a minacciare la vita degli oltre 50.000 migranti che vivono a Bologna. Ora pretendiamo delle risposte e delle buone pratiche per alleggerire, in questo momento di crisi economica, il peso del razzismo istituzionale sulla vita di questi lavoratori, lavoratrici e delle loro famiglie.

 

Per presentare agli organi d’informazione e alla città un resoconto dettagliato dell’incontro, è convocata una conferenza stampa (leggi il Comunicato Stampa)

martedì 30 ottobre, alle ore 12:00 presso il Bar La Linea, piazza Re Enzo, Bologna.


Coordinamento Migranti Bologna e Provincia

coo.migra.bo@gmail.com

3275782056

http://www.facebook.com/coordinamento.migrantibologna

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Coltivare rappOrti: atto 2°

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Il popolo delle arance

Contro lo sfruttamento dei braccianti stranieri in agricoltura, attraverso il consumo critico e pratiche di azione diretta

In Calabria riparte la stagione degli agrumi e il “popolo delle arance” di Bologna si prepara a sostenere anche quest’anno il progetto “SOS Rosarno” delle associazioni calabresi EquoSud e Africalabria.

Acquisteremo le arance, ma ora parliamo di… pomodori… perché siamo convinti che lo sfruttamento dei braccianti stranieri in agricoltura si combatte attraverso il consumo critico, ma anche attraverso pratiche di azione diretta.

Molti dei braccianti africani che d’inverno raccolgono gli agrumi in Calabria, d’estate diventano raccoglitori di pomodori in Puglia. Pomodori che diventeranno pelati, passata, sughi vengono raccolti a mano, in lunghissime giornate lavorative pagate a cottimo e organizzate da caporali.

I braccianti abitano in condizioni drammatiche in grossi “ghetti”, cioè baraccopoli isolate nelle campagne, senz’acqua né elettricità.

Nel più grande di questi ghetti, il “Grand Ghetto”, tra Foggia e San Severo, la scorsa estate varie realtà hanno realizzato un intervento importante e utile, con l’intento di rompere la segregazione nella quale vivono i braccianti africani e che è una delle cause principali del loro sfruttamento lavorativo. Per due mesi e mezzo sono state realizzate una scuola di italiano, una ciclofficina, un laboratorio radiofonico (“Radio Ghetto Voci Libere”) e altre attività.

Alcuni dei braccianti e degli attivisti che quest’estate erano al Ghetto racconteranno quella realtà e quell’esperienza.

Sabato 27 ottobre 2012, Laboratorio Crash!

via della Cooperazione 10, ore 19:00

con PRESENTAZIONE CAMPAGNA ARANCE

 

Programma:

 

h. 19: incontro sul “Grand Ghetto” della provincia di Foggia e presentazione del progetto SOS Rosarno

Interverranno:

Mady e Bamba (Radio Ghetto Voci Libere)

Irene Peano e Valeria Piro, che hanno partecipato al progetto “Io ci sto” nel Grand Ghetto

Arturo Lavorato e Peppe Pugliese (EquoSud)

Babacar (Coordinamento Migranti Bologna)

 

h. 20: cena di autofinanziamento (prenotazioni: via mail a ilpopolodellearance@gmail.com oppure  al n. 3282469057)

 

h.21.30: Sandro Joyeux in concerto (antischiavitour)

Featuring: Daise Bi

Guarda il VIDEO della manifestazione dello scorso anno

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IL MIO VIAGGIO FINO A TE. STORIE DI MIGRANTI A BOLOGNA a MeryXm

Mercoledì 17 ottobre

dalle 20:00
aperitivo con i vini di GustoNudo-Vignaioli Eretici
www.gustonudo.net

dalle 21:00
cena popolare

Ore 21
Presentazione di

Il mio viaggio fino a te. Storie di migranti a Bologna

(Nuova S1, 2012)

Saranno presenti gli autori.

Un libro a fumetti contenente sei storie vere che sembrano romanzi, esperienze di vita che non si sentono molto in giro, ma che rappresentano la Storia di oggi. Un libro nato dall’urgenza di comunicare il proprio vissuto, di raccontare il proprio percorso. Il risultato della loro creatività è un insieme di ricordi, impressioni e storie di vita che compongono un variegato e complesso affresco di ciò che significa essere migranti in Italia oggi. Con la semplicità del linguaggio del fumetto, si riescono a trattare temi difficili, come integrazione o razzismo, in modo diretto e delicato, per questo il volume è adatto sia ad adulti sia a ragazzi.
Il progetto è in collaborazione con Volabo – Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Bologna, Centro Interculturale Massimo Zonarelli di Bologna, associazione Sopra i Ponti e Expris Comics.

http://www.bookrepublic.it/book/9788889262610-il-mio-viaggio-fino-a-te-storie-di-migranti-a-bologna

 

Ore 22:30

Concerto JEDBALAK

I Jedbalak utilizzano elementi della grande tradizione musicale degli Gnawa del Marocco, (un gruppo etnico formato dai discendenti di antichi schiavi provenienti dall’Africa sub-sahariana), come punto di partenza per un discorso di contaminazione che abbatte le barriere tra i generi. Ed è così che una canzone tradizionale, una pulsazione ritmica diversa, ma misteriosamente affine, ed un riff di chitarra elettrica, si possono fondere e creare un ponte tra passato, presente e futuro…

Abdullah Ajerrar: Voce, Guembri, Craqbl.
Gianluca Sia: Mandolino, Bouzouki, Chitarra Elettrica, Sax Soprano, Tastiere.
Mimmo Mellace: Batteria, Bendir, Tianas.

http://soundcloud.com/jedbalak

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Petizione: I love XM24

Con una variante al progetto approvato nell’ambito del Laboratorio di Urbanistica partecipata Ex Mercato (2005-2008) l’amministrazione comunale ha previsto la demolizione di oltre un terzo della superficie complessiva dell’edificio che ospita le attivita’ dello spazio pubblico autogestito Xm24, nonche’ la cancellazione della “piazza pubblica” che ospita ogni giovedi’ il Mercato contadino biologico.

Una maxirotonda non prevista dal progetto originario verra’ costruita all’incrocio tra via Fioravanti e via Gobetti senza che nessun comunicato ufficiale lo abbia reso noto. Una decisione presa tra le mura dei palazzi istituzionali si candida cosi’ a vanificare gli esiti di un processo partecipativo che ha coinvolto centinaia di abitanti della Bolognina, associazioni e spazi sociali. Nel frattempo sembra che i costruttori riuniti nel Consorzio Mercato Navile non vogliano rinunciare a pochi metri di cantiere per consentire la creazione di una nuova “piazza pubblica” nell’area retrostante l’Xm24, con buona pace di Trilogia Navile che, per vendere i propri lussuosi appartamenti a cifre spropositate al metro quadro, demolirebbe piu’ che volentieri l’intera esperienza di uno spazio pubblico presente da dieci anni in quartiere.

 

Con questa petizione chiediamo all’amministrazione comunale di assumersi le proprie responsabilita’, individuando con l’assemblea di gestione dell’Xm24 le soluzioni piu’ idonee a salvaguardare la prosecuzione di tutte le attivita’ sociali e culturali che hanno sede nello spazio, compresa una “piazza pubblica” equivalente a quella dove fino a oggi si e’ svolto il Mercato contadino biologico.

Invitiamo tutte e tutti, singoli, spazi sociali, collettivi, artisti, musicisti, ecc, ecc a firmare la petizione a sostegno dell’Xm24!!!

Per firmare la petizione e avere maggiori info visita il sito I love XM24

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