Archivio Giugno 2013

Aspettando i MONDIALI ANTIRAZZISTI 2013…-10

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Festa Coordinamento Migranti: domenica 30 giugno assemblea, grigliata & musica al Vag61

Domenica 30 giugno giornata dei migranti: assemblea, grigliata, musica!


presso VAG61, via Paolo Fabbri 110 (bus 20)

fuori porta San Donato

Che cosa abbiamo, che cosa ci manca ancora, che cosa vogliamo fare

 

Domenica 9 giugno, il Coordinamento Migranti si è riunito a Bologna per discutere che cosa abbiamo, che cosa ci manca e quello che vogliamo fare. Dopo la manifestazione dello scorso 23 marzo, quando siamo scesi in piazza urlando basta sfruttamento e basta Bossi-Fini, molti migranti si chiedono che cosa abbiamo ottenuto, quali risposte ci sono state. Nulla sembra essere cambiato: l’obbligo di avere un contratto di lavoro per rinnovare il permesso di soggiorno, e con questo tutte le scadenze, i pagamenti e i problemi che ne scaturiscono dentro e fuori i luoghi di lavoro, pretende ancora di decidere sulle nostre vite. Noi sappiamo che una manifestazione e uno sciopero non bastano per rovesciare il regime di ricatto e sfruttamento che pesa sul lavoro migrante in questo paese. Ma la domanda è comprensibile, perché la situazione è difficile e c’è bisogno di risultati. Non abbiamo ottenuto risultati immediati, ma sapevamo che non sarebbe stato possibile.

Abbiamo però ottenuto che, facendo sentire la nostra voce pubblicamente, migliaia di migranti abbiano avvertito il comune, lo Stato e il padrone della loro forza. Abbiamo conquistato l’uscita dal silenzio e dalla paura. Abbiamo convinto centinaia di uomini e donne a uscire da una vita fatta di casa, lavoro e supermercato. Abbiamo dimostrato che i migranti non lavorano solo nei magazzini, nelle fabbriche, nelle case, nei negozi. Abbiamo dimostrato che hanno anche il coraggio di combattere per migliorare la loro condizione.

Che cosa ci manca ancora? Ci mancano prima di tutto i molti, moltissimi migranti che ancora non partecipano alle nostre lotte. Abbiamo bisogno di parlare ai migranti che non si trovano insieme nei magazzini o nelle fabbriche, ma che lavorano nelle pulizie degli uffici, delle scuole e degli ospedali, nell’assistenza sanitaria e domestica, nell’agricoltura. Ci mancano anche le lavoratrici e i lavoratori che hanno la cittadinanza, ma che saranno sempre più deboli e sfruttati se i migranti non saranno liberi dal ricatto del permesso di soggiorno. Soprattutto, non costruiremo un forte movimento se non riusciremo a coinvolgere le donne. Dobbiamo allora riuscire a costruire una comunicazione politica ampia e continua che riesca a far arrivare la nostra voce in tutte le città.

Questo è quello che ci manca e quello che faremo nella forte convinzione politica che i migranti sono la grande novità politica dentro le lotte che stanno attraversando l’Italia e non solo. Il protagonismo dei migranti è il segno positivo di una classe operaia in movimento contro i confini che gli Stati e il capitale pretendono di imporre con diverse e sempre nuove leggi, contratti e salari al ribasso. Questo è quello che non hanno capito quanti dicono di volere migliorare la situazione dei migranti, ma non sostengono le loro lotte, i loro scioperi e le loro mobilitazioni dentro e fuori i luoghi di lavoro. Per questo, abbiamo portato il Coordinamento a Brescia, Ravenna e Milano, dove abbiamo fatto una grande assemblea. Per questo lo porteremonei prossimi mesi in altre città, per coinvolgere altri migranti. Soltanto in questo modo, insieme a tutti questi migranti, riusciremo a ottenere in primo luogo due cose: abolire la condanna del permesso di soggiorno e smettere di pagare centinaia di euro ogni volta che deve essere rinnovato. Per questo organizzeremo domenica 30 giugno a Bologna una grande assemblea, una giornata per stare insieme e discutere dei prossimi passi da fare: quando torneremo in piazza saremo molti di più e molto più forti. Dove? In via Paolo Fabbri 110 a Bologna (VAG61), vicino al ponte di San Donato.

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Sport antifascista!

Lunetta rossa

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Battaglia per XM – La realtà non è rotonda

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Non solo Piazza Verdi

L’Amministrazione comunale ha dimostrato in queste ultime settimane una totale incapacità a confrontarsi con le diverse istanze che dal basso venivano poste al centro del dibattito pubblico; un’incapacità che si è palesata di fronte alle mobilitazioni sul referendum per la difesa della scuola pubblica, alle proteste delle maestre contro i processi di privatizzazione, a quella dei facchini licenziati, all’occupazione di case e alle lotte contro la costruzione di inutili infrastrutture, alle manifestazioni per la riapertura di spazi sociali autogestiti e l’inagibilità di quelli fascisti. Tutto ciò ha avuto un’unica risposta: una totale chiusura.

La presenza in Piazza Verdi di diverse centinaia di persone, lunedì 27 maggio, oltre a denunciare quanto accaduto nello stesso luogo il giovedì precedente, intendeva, nel creare un momento di confronto pubblico e aperto, denunciare la non gestione delle tante questioni sociali ancora irrisolte in città. Una mobilitazione che ha incontrato esclusivamente la presenza delle forze dell’ordine già in assetto antisommossa, una presenza atta ad impedire un’assemblea pubblica.

Quello che si intendeva bloccare era il diritto all’autorganizzazione e all’autogestione di iniziative pubbliche in un luogo della città che si intende sterilizzare e consegnare alla logica del mercato.

La città che viviamo la costruiamo giorno per giorno, attraverso la presenza nelle piazze e nelle lotte, nei percorsi di mobilitazione per i diritti e per tutto quello che ci spetta.

Non saranno un cordone di polizia o decine denunce a fermare il vento della riappropriazione collettiva, aperta e partecipata degli spazi pubblici.

Solidarietà ai denunciati

Martedì 4 giugno ore 18 Piazza Verdi

SPAZIO PUBBLICO AUTOGESTITO XM24

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