Il giornale di Migranda


Le molte storie di Migranda

 Migranda è una rete di donne italiane e migranti provenienti da diverse città che si sono incontrate il 20 febbraio del 2011 per discutere insieme della necessità di una presenza e di una presa di parola dentro il movimento dei migranti che da anni lotta in modo autonomo contro la legge Bossi-Fini. Noi sappiamo che, come tutti i migranti, anche le donne sono colpite dal contratto di soggiorno per lavoro, che le rende ricattabili come lavoratrici, sempre a rischio di diventare «clandestine», di essere rinchiuse nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) ed espulse. Sappiamo anche, però, che la Bossi-Fini colpisce le donne in modo specifico. In primo luogo, le migranti sono considerate «mogli al seguito»: tante hanno un permesso di soggiorno per ricongiungimento famigliare, e la loro permanenza in Italia dipende perciò dai loro mariti. Questo significa che per loro è più difficile fare delle scelte autonome e, nei casi più estremi, liberarsi da condizioni di violenza e soggezione domestica. La storia di S., che parla di sé in questo giornale, ci racconta di un’esperienza forte di determinazione e libertà, del divorzio da un marito violento pur nella condizione difficile di trovarsi da sola con tre bambini a carico. Questa possibilità è passata prima di tutto da un permesso di soggiorno stabile, e dall’esistenza di una serie di servizi – dalla casa all’asilo e alla scuola, dal sostegno economico alle attività formative extrascolastiche per i bambini – che ora non ci sono più perché ormai quel welfare – pubblico e gratuito – sembra destinato esclusivamente a chi è sull’orlo della povertà. Rivendicare un permesso di soggiorno slegato dal lavoro e dal permesso del «capofamiglia», e rivendicare servizi pubblici e accessibili, perciò, non ha a che fare con l’assistenzialismo, con l’idea che le donne siano soggetti passivi da proteggere e sostenere, ma con il riconoscimento che una condizione giuridica autonoma e l’accesso ai servizi aprono spazi e rendono possibili i progetti di libertà delle donneContinua a leggere…


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