“Ospite in un mondo straniero”: testimonianze di giovani migranti in attesa di cittadinanza


“Ospite in un mondo straniero”: è così che si sentiva Rachid (30 anni) prima di ottenere, dopo 18 di permanenza in Italia, la cittadinanza italiana: “Ora mi sento come un gabbiano che può volare ovunque, anch’io posso andare, finalmente mi sono liberato della cartaccia chiamata permesso di soggiorno”.

C’è invece chi ancora è alle prese con il permesso di soggiorno, nonostante in Italia si sia costruito una vita e una famiglia: è il caso di Atiqa (26 anni), arrivata in Italia dal Marocco nel 1993,  che attende il riconoscimento della cittadinanza italiana da molti anni, per sé e per i suoi due figli nati in Italia. La voce di Atiqa e la sua storia compongono il primo capitolo di un lavoro di interviste condotto dall’associazione ApriMondo e che Arci Bologna pubblicherà a cadenza settimanale sul suo sito.
L’intento è quello di dare visibilità ai racconti di quei giovani, nati o cresciuti nel nostro paese, che si considerano cittadini italiani ma che per la legge sono ancora stranieri, consapevoli di tramandare questo destino anche ai figli che sono nati in Italia o che vi nasceranno.

Studenti ed ex studenti della scuola d’italiano organizzata da Aprimondo, uomini e donne migranti che hanno frequentato l’associazione si raccontano per far conoscere alla cittadinanza gli ostacoli e le difficoltà che quotidianamente si incontrano “in un mondo straniero”, senza possibilità di scelta, e per chiedere il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, così come si propone la campagna “L’Italia sono anch’io”. Fino al mese di marzo, i promotori e i sostenitori della campagna – tra cui Arci e Aprimondo – raccoglieranno le firme necessarie per presentare in Parlamento due proposte di legge, una di riforma dell’attuale normativa sulla cittadinanza, l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative.
Per garantire a donne e uomini migranti la facoltà di partecipare  a piane titolo alla vita sociale e politica del paese in cui vivono e lavorano; per  rendere l’Italia una comunità più aperta, accogliente e civile.

L’ associazione ApriMondo, che ha sede presso il Centro Poggeschi in via Guerrazzi 14/E a Bologna,  organizza gratuitamente corsi di italiano per migranti adulti, cineforum, incontri tra donne migranti e non, tornei di giochi internazionali, collaborazioni con musei della città ed altro ancora. Come recita la sua Carta d’Identità “si batte da sempre contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, restando ben vigile sul territorio, nel contesto cittadino e nazionale. Partecipa alle quotidiane lotte dei migranti e prende posizione contro ogni politica che ne leda i diritti”.

Capitolo 1: “Maggiori diritti per il futuro delle mie figlie”. La storia e le speranze di Atiqa

Capitolo 2: “Il mio futuro è qui in Italia e per averlo bisogna lottare”

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