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Assemblea contro le fabbriche della precarietà! – 10 Marzo 2012
Scritto da SIM XM24 in Appelli, Progetti&Collaborazioni il 05/03/2012
Noi, operai, migranti, educatrici e operatori sociali ,
studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici precarie
Zarrak Abdelghani (Lavoratore Trans.Mec), Nadia Auzeak (RSU FIOM Motori Minarelli – Calderara di Reno), Davide Bacchelli (RSU FIOM IMA – Bologna), Matteo Battistini (Ricercatore precario), Marcello Capedri (psicologo, educatore senza titolo, precario), Valentina Caprotti (Studentessa di Scienze della Formazione, educatrice precaria), Massimiliano Cascio (educatore sociale), Francesco Chiesa (RSU FIOM Motori Minarelli – Calderara di Reno), Luca Cobbe (Ricercatore precario), Marinela Costantin (Migrante, precaria, madre), Massimo Don (Educatore precario), Enrico de Donà (assistenza informatica AUSL Bologna), Sara Farina (Assistente sociale SERT), Antonio Felice (RSU FIOM Bonfiglioli – Lippo di Calderara), Catia Filippo (laureata in filosofia, lavoratrice precaria censimento), Leonardo Giusti (lavoratore anarchico – USI), Peppe Gomini (RSU FIOM Ducati Motor), Giorgio Grappi (Ricercatore precario), Chiara Gregoris (Studentessa di Scienze della Formazione, educatrice sociale precaria), Ivan Ilisanti (RSU pubblico impiego San Giovanni in Persiceto), Dione Kadim (RSU FIOM Bonfiglioli – Calderara), Seck Maimona (Lavoratrice delle pulizie – ospedale Sant’Orsola – Bologna), Marcello Marano (insegnante precario), Chiara Marconi (Insegnante di italiano precaria), Orlando Maviglia (RSU FIOM Motori Minarelli – Calderara di Reno), Gianpietro Montanari (RSU FIOM-CGIL Cesab-Toyota – Bologna) Gianplacido Ottaviano (RSU FIOM Bonfiglioli – Calderara) Brahim Nadi (Migrante e precario) Babacar Ndiaye (Migrante e precario) Salah Ourahouane (Operaio Nigelli imballaggi – Sasso Marconi) Serafino Pirillo (RSU FIOM Bonfiglioli – Lippo di Calderara) Alessio Pittarello (RSU Ceva – Lippo di Calderara) Chiara Pozzi (Studentessa Servizi Sociali, educatrice, assistente sociale precaria) Raluca Ralanu (Operaia metalmeccanica) RSU Titan Italia – Bologna Andrea Rapini (ricercatore universitario) Paola Rudan (Ricercatrice precaria) Roberta Sarego (RSU FIOM Motori Minarelli – Calderara di Reno) Elisabetta Scigliano (Educatrice precaria) Bas Sene (Migrante e precario) Sokhna Sene (Lavoratrice servizi di ristorazione ospedale Rizzoli – Bologna), Federica Toscano (studentessa, insegnante della Scuola di italiano con Migranti), Milena Trajkovska (Studentessa, migrante, precaria), Francesco Tripodi (Educatore sociale), Sofia Venturoli (Ricercatrice precaria)
Contro le fabbriche della precarietà
Vi chiamiamo a un’assemblea pubblica
Sabato 10 marzo 2012 alle ore 15
presso la Sala Benjamin del circolo Pavese
Via del Pratello 53 – Bologna
per adesioni: controfabbricheprecarieta@gmail.com
telefono: 327.57.82.056
Oggi la precarietà è uno stato di fatto: non è un’eccezione, una questione generazionale o contrattuale, ma è la regola generale che investe tutto il lavoro, dalle cooperative alle fabbriche, dalla formazione nelle scuole e nelle università ai servizi sanitari e sociali. La crisi economica sta infatti determinando un continuo gioco al ribasso sulla nostra vita, il nostro lavoro e il nostro salario: i precarizzatori chiedono piena disponibilità alle loro esigenze, mentre diventa sempre più difficile organizzarsi e lottare dentro e contro la precarietà.
Contro questa condizione, abbiamo deciso di prendere parola. Non partiamo da zero, ma dalla forza accumulata con lo sciopero del lavoro migrante del primo marzo degli scorsi due anni. Quelle giornate hanno mostrato che è possibile scioperare in modo incisivo unendo ciò che il razzismo e la precarietà vogliono dividere: il particolare ‘contratto separato’ che si chiama contratto di soggiorno per lavoro è una leva che, ricattando una parte dei lavoratori affinché accettino qualsiasi mansione e salario, serve per precarizzare tutti gli altri. Anche attraverso la Bossi-Fini, la precarietà è diventata la condizione generale del lavoro. Accanto alla Bossi-Fini, però, anche la fabbrica, il welfare e l’università sono altrettante fabbriche della precarietà.
A dispetto del contratto a tempo indeterminato e dell’articolo 18, in fabbrica non esistono posizioni sicure: la “razionalizzazione” degli stabilimenti, il continuo ricorso alla cassa integrazione, i licenziamenti e le delocalizzazioni vanno di pari passo con il tentativo di imporre politiche industriali che prevedono crescente flessibilità nell’orario, minori garanzie e diritti, incremento di produttività e conseguente aumento dell’intensità del lavoro. Fuori dalla fabbrica, la situazione è ancora peggiore e coinvolge tutti, dal pubblico al privato: il welfare è diventato precario perché precarie sono le persone che ci lavorano. Operatori ed educatori sociali, assunti da cooperative che ottengono appalti giocando al ribasso sui lavoratori e chiedendo loro piena disponibilità in termini di tempo e di dedizione, non possono che offrire servizi precari, così come precari sono i salari di chi sempre più spesso deve comprare questi stessi servizi (dall’asilo alle scuole, dai servizi sociali e sanitari, fino alla cura degli anziani). Anche l’università è diventata una fabbrica della precarietà: studiare costa sempre di più e si ottengono lauree che valgono sempre meno, ma diventano necessarie per accedere a lavori precari con salari sempre più bassi. Iniziare a fare ricerca significa sottoporsi a un lungo apprendistato, nel quale la precarità si mostra nella retribuzione, nelle condizioni di lavoro, nell’impossibilità di progettare il futuro proprio e delle proprie ricerche. Nelle fabbriche della precarietà, la precarietà è istituita, la flessibilità imposta e la povertà è una minaccia sempre presente.
Con questa crisi economica, la precarietà è dunque diventata una condizione globale che investe tutto il mondo del lavoro, isolando e dividendo lavoratori e lavoratrici, italiani e migranti, precari e presunti garantiti. Una condizione che funziona come un ricatto che rende difficili le forme tradizionali di lotta perché impedisce di comunicare, mentre obbliga a una stessa catena di montaggio che produce soltanto altra precarietà. La nostra sfida è perciò quella di far parlare tra loro lavoratrici e lavoratori attraversando le categorie sindacali e superando l’isolamento e le divisioni che servono soltanto ai precarizzatori: solo creando connessioni tra precari, operai, migranti e studenti all’interno delle fabbriche della precarietà è possibile amplificare la voce di ciascuno oltre le barriere contrattuali, di impiego e categoria. Per questo il 10 marzo, invitiamo tutti e tutte a un’assemblea pubblica contro le “fabbriche della precarietà” per aprire un percorso politico, nelle realtà sociali, nelle organizzazioni sindacali e in tutti i luoghi di lavoro, finalizzato alla costruzione dello sciopero precario, uno sciopero di precari, operai, migranti e studenti che sappia dare voce e unire quanti lottano quotidianamente contro la precarietà.
Intervista ad Anna Rita, Operatrice sociale
“Un’unica cosa dovrebbero capire le persone, anche se non è facile, che in realtà abbiamo un potere enorme. Basterebbe che si fermasse l’80% dei lavoratori,
e si riuscirebbe a bloccare l’Italia e mettere in crisi il paese” Continua leggere
Evento Facebook: http://www.facebook.com/events/308641359200424/
http://fabbrichedellaprecarieta.wordpress.com
connessioniprecarie.org
IMPARARE, DIFENDERSI, ORGANIZZARSI: VERSO UN PRIMO MARZO ON THE MOVE!
Scritto da SIM XM24 in Appelli, General, Progetti&Collaborazioni il 26/02/2012
Alle ore 9.00 – Move Parade! – Piazza dell’Unità, Bolognina
Dalle 16.30 – Presidio/concerto contro razzismo istituzionale e precarietà – Piazza Nettuno, Bologna
Andiamo avanti. Il primo marzo 2010 e 2011 abbiamo dimostrato che lo sciopero contro la Bossi-Fini è una lotta generale, contro lo sfruttamento e la precarietà. A Bologna e nel resto d’Italia in tante e tanti hanno scioperato insieme contro le divisioni e il silenzio che il razzismo istituzionale impone ai migranti e contro il ricatto del contratto di soggiorno per lavoro. Queste lotte ci hanno insegnato che ogni tentativo di considerare i problemi dei migranti come questione separata dalla condizione generale replica il razzismo istituzionale e rende tutti più deboli, perché la precarietà dei migranti è ciò su cui si è fatto leva per precarizzare tutti gli altri. Senza la lotta contro il razzismo istituzionale non ci possono essere nuovi diritti ma solo nuove gerarchie.
Andiamo avanti, e il prossimo primo marzo scenderemo di nuovo in piazza. Chi si aspetta la ripetizione di un rito si sbaglia: sarà ancora sciopero, in forme nuove per accumulare altra forza. Saremo con le cosiddette “seconde generazioni”, giovani figli di migranti nati o cresciuti in Italia, che hanno come unico orizzonte di possibilità per il futuro la legge Bossi-Fini e una volta compiuti 18 anni devono andare via dall’Italia se non trovano un lavoro entro sei mesi. Siamo stanchi di chi parla di cittadinanza pensando solo alle condizioni alle quali concederla! Scendiamo in piazza perchè sappiamo che la cittadinanza senza condizioni possiamo prendercela solo lottando contro la precarietà e per il nostro futuro.
Mentre la crisi colpisce duro, i provvedimenti che investono la vita dei migranti, dalla tassa sui permessi al permesso a punti, dall’accordo di integrazione agli effetti della sanatoria-truffa, ancora irrisolti, attaccano la vita di tutti e producono povertà.
Contro le divisioni imposte dalla legge Bossi-Fini, noi migranti e italiani, precari e disoccupati, scendiamo in piazza!
A chi condiziona il permesso di soggiorno a mille trappole e pensa a nuove sanatorie truffa, a chi non vede che la crisi produce solo nuovo clandestini, noi diciamo: regolarizzazione subito, rinnovo del permesso di soggiorno per tutte e tutti, senza nuove tasse, senza attese, senza inutili intermediari!
A chi pensa che dalla crisi si esca difendendo ciò che c’è o escludendo qualcuno, noi diciamo: lasciateCIE uscire, libertà di movimento contro la precarietà!
Contro coloro che pretendono che la lingua sia solo una condizione per restare, noi diciamo: la lingua è uno strumento di lotta da costruire insieme.
Contro chi fa appello ai diritti come fossero la soluzione, scenderemo in piazza per dire che il diritto alla salute e la difesa legale fanno parte di quella cittadinanza “effettiva” che i nuovi provvedimenti non considerano.
A chi pensa che finisca tutto il primo marzo, noi diciamo: ci rivediamo il 10 marzo! Migranti, operai, precari e studenti contro le fabbriche della precarietà!
A chi racconta la cittadinanza come soluzione e non ha nemmeno il coraggio di rivendicare subito e senza condizioni lo jus soli noi diciamo: cittadinanza ora!
Coordinamento Migranti Bologna e Provincia // Laboratorio OnTheMove // Migranda // Scuola di Italiano con Migranti – Xm24 // Associazione interculturale Al – Sirat // Associazione senegalese Bologna // (s)connessioni precarie // Associazione Universo // Associazione Sokos // USI-AIT
Contatti e adesioni: coo.migra.bo@gmail.com // 327.57.82.056 // 347.06.25.970
ASSEMBLEA DEI E DELLE MIGRANTI – 25 Febbraio 2012
I volantini dell’assemblea del 25 febbraio, con le indicazioni per raggiungere il centro Montanari di via di Saliceto, in formato pdf da scaricare, stampare e diffondere:
Scuola chiusa per neve!
SCUOLA CHIUSA PER NEVE!!
Le lezioni riprendono Lun. 13 Febbraio alle 19, come al solito!
Nel frattempo in settimana organizzeremo un CINEFORUM al Centro Interculturale Zonarelli…
per maggiori info…STAY TUNED!!
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