Articoli con tag Permesso di soggiorno

Basta alle male pratiche del consolato del Marocco! / Presidio dei lavoratori e lavoratrici marocchini lunedì 16 giugno

E’ ora di dire basta!

Presidio dei lavoratori e delle lavoratrici marocchine

davanti al Consolato del Marocco a Bologna

lunedì 16 giugno, ore 11

via del carrozzaio 3, Bologna

consmarL’ALMI (Associazione Lavoratori Marocchini in Italia) ha tenuto una riunione aperta domenica 01/06/2014 al Centro Interculturale Zonarelli, per discutere le male pratiche del Consolato del Regno del Marocco a Bologna, a cui i cittadini e le cittadine marocchine devono rivolgersi per ottenere i documenti che servono per rimanere in Italia regolarmente. I partecipanti alla riunione e i membri dell’associazione presenti hanno democraticamente deciso di denunciare pubblicamente il Consolato di Bologna perchè:

 

  • si rifiuta di rilasciare i passaporti a chi vive e lavora regolarmente in Italia con la motivazione di non avere il certificato di residenza;
  • nega la possibilità di accedere al programma del Ministero dell’Immigrazione per il rimpatrio delle salme;
  • complica le procedure per la traduzione della patente, con un tempo d’attesa per il rilascio che arriva fino a 4 mesi senza che venga rilasciata alcuna ricevuta;
  • obbliga coloro che hanno i figli registrati al Consolato di Roma ad andare a Roma per richiedere il certificato di nascita;
  • chiude gli uffici durante le feste religiose e nazionali marocchine e italiane,
  • si rifiuta di assistere le vittime del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna due anni fa con la motivazione che non rientra nell’ambito delle sue competenze;
  • non concede alcuna assistenza sociale alle famiglie che hanno subito la crisi, alle vedove e ai minori abbandonati;
  • incoraggia le associazioni che lavorano per il cosiddetto “rimpatrio volontario” e non favorisce quelle che invece difendono i diritti dei cittadini e delle cittadine marocchine.

Inoltre, il Consolato è sprovvisto di uno sportello informativo per il pubblico, le linee telefoniche sono sempre occupate e chi si rivolge ai suoi uffici è spesso costretto a rimanere in fila per l’intera giornata, senza alcun riguardo per chi ha con sé figli, senza adeguati servizi igienici (è presente un solo bagno senza chiave), senza una stanza per poter cambiare e allattare i neonati. Il Consolato non dispone infine di un luogo per la preghiera.In questa drammatica situazione emergono discutibili pratiche amministrative. Non accettiamo che il Consolato finanzi progetti e associazioni inesistenti, denunciamo gli abusi e gli insulti quotidiani che siamo costretti a subire, rifiutiamo l’uso delle telecamere per controllare utenti e impiegati, e non vogliamo la chiusura dell’ingresso principale che porta al primo e al secondo piano dove sono lo sportello sociale, la segreteria, l’Ufficio del Console, l’archivio e l’ufficio del Vice Console. Per tutti questi motivi chiediamo a tutti i lavoratori e le lavoratrici marocchine, e a tutte le associazioni di migranti e italiani di partecipare al presidio.

ALMI – Associazione Lavoratori Marocchini in Italia; Adesioni: Associazione senegalese Cheikh Anta Diop, Comunità pakistana Bologna, Coordinamento Migranti, S.I.M – Scuola d’Italiano con MigrantiXM24

Per info e adesioni: almi.associazione@gmail.com, coo.migra.bo@gmail.com

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Sabato 31 maggio ore 10.30 presidio dei/delle migranti di fronte alla Prefettura di Bologna

CHE COSA FA LA QUESTURA CON IL TUO PERMESSO DI SOGGIORNO?

 PRESIDIO DEI/DELLE MIGRANTI DAVANTI LA PREFETTURA DI BOLOGNA

 SABATO 31 MAGGIO, ORE 10.30 VIA IV NOVEMBRE 24

18 maggio: la manifestazione contro CIE e Bossi-Fini passa davanti alla Prefettura

 Da molti mesi, lavoratori e lavoratrici migranti hanno ripreso a lottare: hanno scioperato nella logistica, hanno preso parola in diverse assemblee a Bologna e provincia, sono scesi in piazza in migliaia lo scorso primo marzo per dire Basta sfruttamento e No al ricatto del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. All’interno dei giorni di azione #mayofsolidarity promossi dal coordinamento europeo Blockupy, domenica 18 maggio hanno sfilato insieme a precari e studenti italiani per il centro di Bologna per dire No CIE, No CARA, né qui né altrove. Durante la manifestazione diverse voci hanno rotto l’assordante silenzio del nuovo governo che non solo continua a tacere sulla legge Bossi-Fini e sulla cittadinanza, ma anche sul permesso di soggiorno a punti per i migranti che sono entrati in Italia dopo marzo 2012. I/le migranti hanno inoltre denunciato la responsabilità di Prefettura e Questura cittadine nella gestione della legge, annunciando una nuova mobilitazione: saremo di nuovo in piazza, il 31 maggio, contro il modo discrezionale con cui Prefettura e Questura gestiscono il rinnovo dei permessi, la concessione dei permessi CE e delle carte di soggiorno, le pratiche della cittadinanza.

NON ACCETTIAMO CHE LA QUESTURA IN MODO ILLEGITTIMO:

  • controlli l’estratto conto dei contributi INPS e neghi il rinnovo del permesso nel caso in cui il datore di lavoro non li abbia versati;
  • continui a rilasciare un permesso per attesa occupazione di solo 6 mesi quando la legge prevede che non sia inferiore a un anno;
  • non rispetti il termine di 60 giorni per rinnovare un permesso e che il permesso rinnovato parta dalla data di presentazione della domanda di rinnovo;
  • non rilasci i permessi a tutti coloro che hanno partecipato all’ultima sanatoria;
  • non rispetti il termine di 730 giorni per la chiusura delle pratiche per ottenere la cittadinanza.

SCARICA E DIFFONDI I VOLANTINI IN FORMATO PDF

Coordinamento Migranti, SIM-Scuola d’italiano con migranti Xm24, Sportello medico-legale Xm24, ALMI-Associazione lavoratori marocchini in Italia, Associazione senegalese Cheikh Anta Diop, Comunità pakistana Bologna.

Per info e adesioni: coo.migra.bo@gmail.com / 3275782056

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Da Bologna a Brescia: il 28 settembre manifestazione dei migranti bastabossifini

brescia_loggiaScarica e diffondi i volantini in arabo e italiano per la manifestazione del 28 settembre a Brescia! Basta sfruttamento, basta Bossi-Fini! Manifestazione ore 15 piazza della Loggia. Partenza da Bologna autostazione, per info contattare il Coordinamento Migranti.

Scarica il volantino in arabo (PDF): clicca qui…

Scarica il volantino in italiano (PDF): clicca qui…

www.coordinamentomigranti.org

Da Bologna a Brescia: il 28 settembre manifestazione dei migranti #bastabossifini

Nei mesi scorsi da Bologna la voce dei migranti si è fatta sentire forte contro lo sfruttamento e contro la legge Bossi-Fini. I migranti sono stati protagonisti di grandi lotte sui posti di lavoro e hanno riempito le strade di Bologna. Dai magazzini della logistica alle piazze, abbiamo mandato un segnale: è ora della lotta che libera, è ora di abolire la legge Bossi-Fini!

Sappiamo che lo sfruttamento sui posti di lavoro è legato al sistema del permesso di soggiorno, e non colpisce solo i migranti. Quasi cinque milioni di migranti sono ricattati ogni giorno e inoltre devono spendere una grossa parte del loro salario per rinnovare i documenti. Questo permette ai padroni di imporre condizioni sempre peggiori e fa crescere il razzismo. I figli e le figlie dei migranti crescono qua, ma per colpa della legge sulla cittadinanza quando compiono 18 anni non possono continuare a studiare e devono accettare ogni condizione di lavoro. Le lotte di questi mesi sono l’inizio della nostra liberazione e una forza per tutti contro lo sfruttamento.

 Sappiamo che tutte queste cose non sono un problema locale, e che ci dobbiamo unire per continuare e essere più forti. Per questo torniamo in piazza il 28 settembre a Brescia: rispondiamo all’appello dei migranti di Brescia e manifestiamo con loro, per portare anche a Brescia la voce delle lotte che ci sono state a Bologna e per fare una grande manifestazione. Invitiamo tutte/i i migranti e i lavoratori a partecipare. Il Coordinamento Migranti organizza dei pullman con partenza dall’autostazione di Bologna per andare a Brescia.

▪   Siamo stanchi di dover pagare ogni volta per rinnovare un permesso di soggiorno che vale sempre meno.

▪   Siamo stanchi del comportamento di Questure e Prefetture.

▪   Basta parole: vogliamo il permesso di soggiorno slegato dal lavoro, dal reddito e dai contributi per tutti/e, vogliamo la cittadinanza subito per le nuove generazioni!

Per informazioni sui pullman per la manifestazione:

http://coordinamentomigranti.org – coo.migra.bo@gmail.com
- 327.57.82.056

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Da Bologna a Brescia: il 28 settembre manifestazione dei migranti #bastabossifini

Manifestazione dei e delle migranti

Sabato 28 settembre ore 15 – Piazza della Loggia, BRESCIA

Brescia_Loggia

Nei mesi scorsi da Bologna la voce dei migranti si è fatta sentire forte contro lo sfruttamento e contro la legge Bossi-Fini. I migranti sono stati protagonisti di grandi lotte sui posti di lavoro e hanno riempito le strade di Bologna. Dai magazzini della logistica alle piazze, abbiamo mandato un segnale: è ora della lotta che libera, è ora di abolire la legge Bossi-Fini!

Sappiamo che lo sfruttamento sui posti di lavoro è legato al sistema del permesso di soggiorno, e non colpisce solo i migranti. Quasi cinque milioni di migranti sono ricattati ogni giorno e inoltre devono spendere una grossa parte del loro salario per rinnovare i documenti. Questo permette ai padroni di imporre condizioni sempre peggiori e fa crescere il razzismo. I figli e le figlie dei migranti crescono qua, ma per colpa della legge sulla cittadinanza quando compiono 18 anni non possono continuare a studiare e devono accettare ogni condizione di lavoro. Le lotte di questi mesi sono l’inizio della nostra liberazione e una forza per tutti contro lo sfruttamento.

Sappiamo che tutte queste cose non sono un problema locale, e che ci dobbiamo unire per continuare e essere più forti. Per questo torniamo in piazza il 28 settembre a Brescia: rispondiamo all’appello dei migranti di Brescia e manifestiamo con loro, per portare anche a Brescia la voce delle lotte che ci sono state a Bologna e per fare una grande manifestazione. Invitiamo tutte/i i migranti e i lavoratori a partecipare. Il Coordinamento Migranti organizza dei pullman con partenza dall’autostazione di Bologna per andare a Brescia.

  • Siamo stanchi di dover pagare ogni volta per rinnovare un permesso di soggiorno che vale sempre meno.
  • Siamo stanchi del comportamento di Questure e Prefetture.
  • Basta parole: vogliamo il permesso di soggiorno slegato dal lavoro, dal reddito e dai contributi per tutti/e, vogliamo la cittadinanza subito per le nuove generazioni!

Per informazioni sui pullman per la manifestazione:

coo.migra.bo@gmail.com
- 327.57.82.056

Bass 3297106386, Babacar 3802493214 (Associazione Senegalese Bologna) – Adil Lasry 3292573253 (Associazione Lavoratori Marocchini in Italia) – Ilias 3290152770 (Comunità pakistana) – Abdoul 3884531516, Javed 3891366375 (TNT Bologna) – Rachid 3312845901 (Castelfranco) – Brahim 3291651571, Tezfiah 3429483703 (SDA Sala Bolognese)

Scarica il volantino in PDF:

 Volantino Brescia 28 settembre

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Seminario Permesso di soggiorno per lavoro subordinato – 11 aprile 2013 -Al-sirat/SIM/Coordinamento

vola comi seminario

 

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BASTA RAZZISMO E SFRUTTAMENTO – CANCELLIAMO LA BOSSI-FINI!

manifest23marz

SABATO 23 MARZO – ORE 15

Piazza XX Settembre, Bologna

Noi non ce ne andiamo! Siamo forti, facciamoci vedere e sentire: da tutte le città e tutti i luoghi di lavoro, il 23 marzo riempiamo Bologna!

 

Guarda lo spot di lancio: http://coordinamentomigranti.org/2013/03/18/23-marzo-bologna-ore-15-p-zza-xx-settembre-bastabossifini-spot-prime-adesioni-in-aggiornamento/

Vedi le adesioni e scarica l’appello: http://coordinamentomigranti.org/2013/03/02/appello-il-23-marzo-manifestazione-generale-dei-migranti-basta-razzismo-e-sfruttamento-ricominciamo-a-sognare/

 

Per info e adesioni: coo.migra.bo@gmail.com

 

Da più di dieci anni noi migranti siamo incatenati dalla legge Bossi-Fini: il nostro permesso di soggiorno dipende dal lavoro e dal reddito, e per mantenere i documenti in regola dobbiamo accettare qualsiasi condizione di lavoro e salario. Se perdiamo il lavoro corriamo il rischio di perdere il permesso, di essere rinchiusi nei CIE o espulsi. Già migliaia di migranti dopo aver costruito la propria vita qui hanno dovuto lasciare il paese perdendo anni di contributi versati. Già migliaia di migranti hanno dovuto separarsi dalle loro famiglie che sono tornate nei paesi di provenienza. I nostri salari sono mangiati dalle tasse e dai versamenti che siamo costretti a pagare alle Poste per rinnovare un permesso che spesso scade dopo pochi mesi. Per chi non ha il permesso di soggiorno è impossibile ottenerlo e ogni sanatoria è solo una nuova truffa. Il diritto d’asilo esiste solo sulla carta e non è garantita nessuna vera accoglienza.

Questo è razzismo istituzionale! Questo è sfruttamento!

Oggi, però, noi migranti abbiamo ricominciato a sognare. Abbiamo accumulato forza dentro e fuori i posti di lavoro, abbiamo lasciato alle spalle la paura e abbiamo preso parola insieme, donne e uomini. Ora è arrivato il momento di uscire dai luoghi di lavoro, dalle case e dalle comunità per invadere le strade tutti insieme! È arrivato il momento di usare la nostra forza per liberare dal razzismo istituzionale tutti i migranti, in tutte le categorie lavorative e in tutte le condizioni di vita. Sappiamo che non siamo soli, al nostro fianco ci sono i nostri figli che vogliono la cittadinanza per liberarsi dalle catene del permesso di soggiorno. Sappiamo che con noi ci sono operai e precari, donne e uomini: perché sanno che la Bossi-Fini con il suo razzismo è una legge che divide e indebolisce tutti i lavoratori, italiani e migranti.

Basta farci dividere dalle leggi! Nessuno risolverà i nostri problemi al posto nostro, soltanto con la nostra forza possiamo vincere, cancellare la legge Bossi-Fini e conquistare la libertà per tutti i migranti!

▪   Vogliamo che il permesso di soggiorno sia garantito a tutti slegato da lavoro e reddito!

▪   Diciamo basta al quotidiano razzismo istituzionale!

▪   Non vogliamo più sanatorie truffa!

▪   Non vogliamo più la farsa dei permessi umanitari e del finto diritto d’asilo!

▪   Vogliamo chiusi per sempre tutti i CIE!

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Assemblea generale dei migranti a Bologna: in oltre 300 lanciano un percorso per dire basta alla legge Bossi-Fini. Il 23 marzo manifestazione a Bologna

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Il 17 febbraio a Bologna una enorme assemblea di migranti ha riempito il piazzale coperto di XM24, costringendo i presenti ad uscire dalla sala grande. Oltre 300 i partecipanti provenienti da molte città italiane: Bologna, Ferrara, Brescia, Verona, Ravenna, Modena, Torino, Milano, Piacenza, Padova. In un clima da subito acceso i migranti hanno detto basta al regime di sfruttamento e razzismo che si appoggia sulla legge Bossi-Fini. Tante le storie raccontate, e grande la voglia di affermare la presenza politica dei migranti con una manifestazione dove tutti e tutte possano far sentire la loro voce. Numerosi tra i presenti i lavoratori delle cooperative della logistica, che hanno portato la forza espressa in questi mesi nel settore contro il regime di precarietà e sfruttamento che lo caratterizza. Da tutti è uscita la forte volontà di continuare questo percorso e portare la forza accumulata fuori dai posti di lavoro, per portare la presenza dei migranti nelle strade e nelle piazze, per rivendicare la cancellazione della legge Bossi-Fini, la fine del quotidiano razzismo istituzionale che colpisce tutti i migranti, il salario, le famiglie e indebolisce la posizione di tutti i lavoratori. Da oggi esce l’indicazione chiara che l’uguaglianza non può essere uno slogan, e che l’unico modo per fare un passo avanti duraturo è combattere insieme contro la legge Bossi-Fini e quello che produce nei luoghi di lavoro e nella società. Questa convinzione è ancora più forte oggi che, con la crisi economica, crescono le divisioni, la competizione e il razzismo: se milioni di migranti continueranno ad essere indicati come nemici per legge, non ci saranno vere conquiste. Finché il razzismo istituzionale, colpendo i migranti, agirà come un’ipoteca sulla pelle di tutti i lavoratori e le lavoratrici, non potranno esserci passi avanti decisivi. Per questo dall’assemblea di oggi a Bologna i migranti chiamano tutte e tutti per un percorso contro questa legge nel nome del protagonismo dei migranti. Un percorso che appoggia con forza lo sciopero per il contratto del settore della logistica in preparazione per la metà di marzo, un settore dove la forza lavoro è in grandissima maggioranza composta da migranti, grazie al ricatto che per anni il permesso di soggiorno ha avuto sul lavoro migrante, spingendo ad accettare mansioni più pesanti, salari più bassi e il lavoro nelle cooperative pur di avere i documenti in regola. Oggi le lotte nel settore della logistica hanno portato migliaia di lavoratori a conquistare pezzi di salario e di libertà, sconfiggendo la paura e il ricatto. L’assemblea di oggi dice che da queste lotte può venire la forza per liberare tutti i migranti, in tutte le categorie lavorative e in tutte le condizioni di vita, dal ricatto del permesso di soggiorno, e liberare con loro tutti i lavoratori dalle divisioni imposte dal razzismo istituzionale. Per questo, i migranti e le migranti in assemblea e chi era con loro, lanciano per il 23 marzo una manifestazione politica di massa contro la legge Bossi-Fini, lo sfruttamento e il razzismo istituzionale e chiamano tutti, sin da ora, a fare crescere questa data dentro e fuori i posti di lavoro. La straordinaria presenza di oggi, gli interventi e la grande partecipazione mostrata da tutti dicono una cosa chiara: conosciamo la nostra forza, questo è il momento!

Da tutte le città e i luoghi di lavoro: il 23 marzo riempiamo Bologna!

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Appello per una mobilitazione nazionale con i rifugiati

Costruiamo una coalizione per l’accoglienza degna. Mobilitiamoci in maniera permanente a partire dal prossimo 25 febbraio

Il prossimo 28 febbraio è prevista la fine della cosiddetta “Emergenza Nordafrica” e migliaia di rifugiati in tutta Italia rischiano di essere abbandonati una seconda volta.arton18336-0e59d

Già nel corso di quest’ anno e mezzo trascorso dall’inizio del Piano di Accoglienza, infatti, sono stati lasciati soli dalla colpevole inerzia del Governo e di chi ha gestito l’accoglienza.
Strutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffari, come ci hanno raccontato i reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times, non sono però gli unici “scandali” di questa vicenda.

Salvo in qualche rara esperienza territoriale infatti, nessuna delle strutture di accoglienza ha costruito le condizioni minime perché i rifugiati provenienti dalla Libia avessero l’opportunità di rendersi autonomi, indipendenti ed inserirsi nei nostri territori. Niente corsi di formazione, nessuna traccia dell’inserimento lavorativo, zero inserimento abitativo.

Così, il circuito messo in piedi con l’Emergenza Nordafrica si appresta a dare prova del suo ennesimo fallimento consegnando alla strada migliaia di persone senza futuro.
Eppure il denaro non è mancato e le cifre fanno impallidire ogni retorica sulla scarsità di risorse: 1 miliardo e 300 milioni di euro, 46 euro a persona per ogni giorno di ospitalità, oltre 1.200 euro al mese per ogni profugo, una vera fortuna in denaro si è persa tra le pieghe di convenzioni e burocrazie, finita in tasca di albergatori e cooperative a copertura dei loro affari.

Come se non bastasse, il colpevole ritardo con cui il Governo ha disposto il rilascio dei permessi di soggiorno ha letteralmente ingabbiato i rifugiati: senza permesso, senza carta d’identità, senza titolo di viaggio (sostitutivo del passaporto), senza quindi poter scegliere di restare, di lavorare, oppure di ripartire verso altre mete.

Per questo, dopo questo anno e mezzo di mobilitazioni, di appelli e di attività di sostegno ai cosiddetti profughi, crediamo sia il momento di mobilitarci tutti insieme. Di mettere in campo una grande coalizione per i rifugiati. Una mobilitazione comune che dal prossimo 25 febbraio si riappropri di piazze, strade, spazi vuoti, università o scuole.

Perchè chi è fuggito dal conflitto in libia, perseguitato, minacciato, utilizzato come moneta di scambio dal dittatore Gheddafi, non sia costretto a mettersi in fuga una seconda volta, nell’ombra, dopo aver sperato che le democrazie europee sapessero dare prova di civiltà.

Chiediamo:
- la proroga dell’accoglienza oltre il 28 febbraio con risorse destinate all’inserimento abitativo dei rifugiati;
- la messa a disposizione di borse lavoro, fondi per la formazione, l’inserimento lavorativo e di somme adeguate per chi voglia raggiungere altre mete, anche attingendo dall’enorme quantità di denaro accumulata dagli enti gestori che non hanno mai messo in campo queste attività;
- l’immediato rilascio per TUTTI dei permessi di soggiorno, dei titoli di viaggio, delle carte d’identità.
- l’adozione di queste misure in maniera omogenera su tutto il territorio nazionale

Una questione di democrazia, dignità e giustizia.

Per aderire utilizza lo spazio sottostante o scrivi a redazione@meltingpot.org

Prime adesioni:

CS TPO BOLOGNA
ASSOCIAZIONE RAZZISMO STOP PADOVA
CSO PEDRO PADOVA
ADL COBAS PADOVA
RETE TUTTIIDIRITTIUMANIPERTUTTI VENEZIA
CS RIVOLTA MARGHERA (VE)
SCUOLA SI ITALIANO PER MIGRANTI LIBERALAPAROLA MESTRE (VE)
ADL COBAS VENEZIA
AMBASCIATA DEI DIRITTI MARCHE
AMBASCIATA DEI DIRITTI ANCONA
SPAZIO COMUNE AUTOGESTITO ARVULTURA
ASSOCIAZIONE CITTA’ MIGRANTE REGGIO EMILIA
LABORATORIO AQ16 REGGIO EMILIA
EMERGENCY REGGIO EMILIA
ART LAB OCCUPATO PARMA
CSA CASA CANTONIERA PARMA
ASSOCIAZIONE RUMORI SINISTRI RIMINI
LAB.PAZ PROJECT RIMINI
LABORATORIO ZETA PALERMO
SEL FEDERAZIONE PROVINCIALE VENEZIANA
CIRCOLO SEL MESTRE (VE)
ASSOCIAZIONE GA3 REGGIO EMILIA
CIRCOLO SEL FIVIZZANO (MS)
ASSOCIAZIONE GARIBALDI 101 NAPOLI
ASSOCIAZIONE SHIMABARA ANCONA
CS ASILO POLITICO ANCONA

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17 febbraio assemblea generale dei migranti a Bologna

Questo è il momento! Il 17 febbraio assemblea generale dei migranti a Bologna

Oggi ancora, alogomondojpg1nche se nessuno lo dice, la legge Bossi-Fini lega la nostra permanenza regolare al permesso di soggiorno, al contratto di lavoro e al reddito. Da ormai dieci anni questa legge ci ha costretto ad accettare qualsiasi tipo di salario e mansione pur di mantenere i documenti in regola. Il legame tra soggiorno e lavoro, con la richiesta di un livello minimo di reddito per rinnovare il permesso, ha di fatto espulso dal mercato del lavoro e trasformato in irregolari migliaia di migranti: alcuni hanno lasciato il paese perdendo gli anni di contributi versati regolarmente, altri hanno deciso di rimanere pur dovendosi separare dalle loro famiglie che sono tornate nei luoghi di provenienza. Molti lavorano per salari ancora più bassi. Anche se paghiamo le stesse imposte dei lavoratori italiani, sono state messe nuove tasse e richiesti versamenti alle poste per rinnovare un permesso che spesso scade dopo solo pochi mesi. Quello che noi migranti viviamo dentro e fuori i luoghi di lavoro non nasce dal niente.

Noi migranti non siamo più disposti ad accettare questa situazione: abbiamo lottato e continuiamo a lottare! Abbiamo manifestato davanti alle Prefetture e Questure per la nostra libertà e i nostri diritti. Abbiamo organizzato lo sciopero del lavoro migrante del primo marzo 2010 e 2011, insieme a tanti lavoratori italiani, precari e operai. Oggi, in tutta l’Emilia-Romagna, con gli scioperi e i blocchi nella logistica e nella distribuzione, stiamo lottando per migliorare le condizioni salariali e di lavoro, per tutti. In un settore dove prima sembrava impossibile alzare la voce, abbiamo detto basta al sistema al ribasso delle cooperative e alla precarietà.

Con queste lotte abbiamo accumulato forza e ora vogliamo conquistare la libertà dal quotidiano razzismo istituzionale. Questo è il momento: nessun nuovo governo risolverà i nostri problemi, soltanto con la nostra forza potremo liberarci dal ricatto imposto dalla legge Bossi-Fini e dal permesso di soggiorno!

CONOSCIAMO LA NOSTRA FORZA, DOBBIAMO ORGANIZZARCI!

Dopo incontri e discussioni con migranti e associazioni non solo del bolognese, vogliamo costruire insieme una mobilitazione regionale e invitiamo tutti a partecipare alla

ASSEMBLEA GENERALE DEI MIGRANTI

DOMENICA 17 FEBBRAIO ORE 15.00

presso XM24, Via Fioravanti 24, Bologna

 

Per info e contatti:
Coordinamento Migranti Bologna e Provincia (tel. 3275782056) – Sene Bazir (tel. 3297106386)
Babacar Ndiaye – Associazione senegalese Cheick Anta Diop Bologna e provincia (tel. 3802493214)
Adil Lasry – Associazione Lavoratori Marocchini in Italia (tel. 3292573253)
Nasiru – El-ihsan, Associazione interculturale Bologna (tel. 3334362877)
Ilyas Muhammad – Comunità Pakistana Bologna (tel. 3290152770)
Arafat Mohamed – Piacenza (tel. 3468282743)
Mouklis Bouchaib – TNT Bologna (tel. 3208362655)
Abdel Mounim – TNT Bologna (tel. 3311331400)
Javed Ahmed – TNT Bologna (tel. 3891366375)
Saddani Brahim – SDA Bologna (tel. 3291651571)
Sajjad Ahmad – DHL Bologna (tel. 3203743434)
Imran Monsoob Khan – Mercatone Uno San Giorgio di Piano (BO) MB Services (tel. 3890186013)
Immanuel Adum (Charlie) – TNT Modena (tel. 3293098320)

 

 

coo.migra.bo@gmail.com

http://coordinamentomigranti.org/

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Posizione dei migranti dopo l’incontro con Questura e Prefettura

Noi non ce ne andiamo!

Dopo quattro mesi il Coordinamento Migranti di Bologna e Provincia è riuscito a incontrare i vertici dell’ufficio stranieri della Questura e quelli dello Sportello unico immigrazione della Prefettura al fine di ottenere delle risposte, dopo le richieste presentate durante il presidio del 30 giugno. Queste richieste riguardano ambiti in cui questi organi possono adottare un’interpretazione meno restrittiva della legge rispetto a quanto accaduto fino a oggi. Le nostre richieste sono state chiare, ma le risposte che ci sono state fornite sono state confuse. L’incontro ha reso evidente che Prefettura e Questura si continuano a nascondere dietro a un folto corpo di leggi, prassi e abitudini che sembrano impedire qualunque cambiamento.

 

·         Con riferimento alla questione dei contributi INPS, Questura e Prefettura hanno affermato che attraverso nuovi protocolli tra amministrazioni, i migranti non sono obbligati a portare il rendiconto dei contributi INPS in Questura. Il venir meno di questa vessazione, però, non risolve il problema: il versamento dei contributi continua a essere considerato un requisito necessario per il rinnovo del PDS. Il peso è scaricato interamente sui migranti, il cui PDS è messo a rischio dai ritardi o dall’evasione fiscale dei datori di lavoro, rendendo evidente la disparità di trattamento.

·         Per quanto riguarda i requisiti di reddito i rappresentanti di Questura e Prefettura hanno affermato che, a fronte di una legge che lega il permesso di soggiorno al lavoro e alla situazione economica dei migranti, loro sono tenuti a controllare non soltanto la condizione presente dei richiedenti, ma anche la condizione passata, al fine di verificare la sussistenza di fonti lecite di sostentamento.

Risulta però evidente che su questo punto come su altri non vi sia né univocità né chiarezza sui modi e sull’estensione di tali verifiche. Questo lascia ampi margini di manovra e discrezionalità agli uffici competenti. I vertici di Questura e Prefettura confermano ciò dichiarando che, in questi casi, la loro prassi si rifà alla giurisprudenza. Nei casi di poca chiarezza, dichiarano di rifarsi ai pronunciamenti del Consiglio di Stato, in particolare ad un risalente al mese scorso, in cui sarebbe confermata la necessità di controllare i redditi e i contributi passati prima di rilasciare il permesso di soggiorno. Di fronte a ciò, rileviamo come vi siano diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, non tutti univoci e non sempre obbligatori. Il problema da noi sollevato riguarda la mancanza di volontà e di coraggio, per adottare una prassi che sia estensiva e inauguri una nuova giurisprudenza capace di rispondere ai drammatici problemi prodotti dalla crisi economica. Questura e Prefettura non possono trincerarsi dietro tali pronunciamenti per legittimare ex-post una prassi che deriva da scelte e non da necessità.

Ne è un esempio anche la durata del permesso di soggiorno per ricerca lavoro, sempre applicata avendo come riferimento la durata minima prevista dalla legge, ora passata a 12 mesi dopo i precedenti 6. Nulla impedisce agli uffici competenti di estendere tale durata a 24 mesi, nel contesto di crisi che stiamo vivendo. Ma questo non accade.

Questura e Prefettura dichiarano che tutti questi controlli vanno nella direzione di tutelare l’interesse dello Stato e del lavoratore nel controllare l’eventuale presenza di lavoro nero. Una motivazione a dir poco sorprendente: tali controlli hanno come effetto probabile il diniego del permesso di soggiorno, e dunque la clandestinizzazione dei migranti, ed è noto che senza un permesso valido non è possibile accedere a un lavoro regolare. Inoltre, avere un lavoro non significa poter rinnovare il permesso, in un “mercato del lavoro” caratterizzato strutturalmente da rapporti di lavoro precari, sottopagati, cosiddetti in nero o comunque non formalizzati. Una realtà che gli organi dello Stato fingono di ignorare. Tutto il peso di tale situazione cade sui lavoratori: oltre all’assenza di ogni minima tutela che caratterizza questi rapporti di lavoro, Prefettura e Questura di Bologna ci hanno praticamente detto che mettere a rischio anche il permesso di soggiorno è un favore che fanno ai lavoratori migranti.

A noi sembra, invece, che queste procedure complichino volutamente il rinnovo del permesso di soggiorno, anche in presenza di un contratto di lavoro regolare e attualmente in essere, con l’effetto di condannare la disoccupazione passata e rendere impossibile la vita dei migranti in una situazione in cui il lavoro è sempre più precario e la disoccupazione dilaga.

Durante l’incontro, i responsabili di Questura e Prefettura hanno affermato che questi controlli sono motivati anche dalla necessità di evitare che persone che non contribuiscono alla fiscalità generale poi abbiano il beneficio di servizi pagati da suddetta fiscalità. Ma di quali benefici parlano? Di fatto, in questo modo i migranti, che secondo tutti i dati hanno largamente contribuito in questi anni alle finanze dello Stato, prima pagano, poi vengono eliminati per via burocratica nel momento di difficoltà. Addirittura, hanno detto che sono fatti per garantire il diritto alla pensione: forse non sanno che i migranti rischiano di perdere tutti i contributi versati se perdono il permesso di soggiorno?

Ne risulta un quadro agghiacciante, in cui i migranti vengono usati come emblema di un finta lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero, alla crisi del welfare. Queste lotte per noi sono solo lotte contro i migranti e contro i lavoratori, che vengono così presi in giro in nome di quel razzismo istituzionale per cui le difficoltà economiche diventano un giudizio morale sui migranti e le loro condotte di vita.

Mentre si pongono come puri esecutori della legge e garanti dell’ordine pubblico, di fronte alla richiesta di aprire uno sportello informazioni, Questura e Prefettura dichiarano di fatto di non riuscire per carenza di personale e di risorse. Negando così il diritto di informazione a un cittadino straniero dello stato della sua pratica, poiché l’accesso al servizio mail non è universale come vorrebbero far credere.

Nello stesso contesto di carenza di personale ci è stato detto che l’attesa di un permesso di soggiorno, che non dovrebbe essere più lunga di 40 giorni, dipende dal personale che hanno a disposizione e quindi ora l’attesa di un PDS è più di tre mesi, senza un sportello informazioni e senza nessuna certezza di ottenere informazioni sul sito internet dove dovrebbe essere possibile avere aggiornamenti della pratica. Tradotto: Questura e Prefettura di Bologna, di fronte alle legittime richieste e proteste dei migranti, dichiarano di essere sotto organico rispetto ai compiti che la legge attribuisce loro nell’espletazione delle pratiche relative ai permessi di soggiorno. Inoltre, che non ci sarebbero i soldi per riparare l’unico bagno presente all’Ufficio Stranieri di via Bovi Campeggi, dove i migranti sono costretti a rimanere in attesa anche per ore.

Il comportamento che spesso assumono gli agenti e il personale presente nei confronti dei migranti, che comprende maleducazione ed epiteti razzisti pronunciati ad alta voce, è noto a tutti coloro che abbiano avuto bisogno di recarsi in Questura per questi motivi. La verità è che non avere un punto informativo ha il solo scopo di tenere i migranti lontani dagli occhi pubblici. La ridicola controproposta di una buchetta dove i migranti possono mettere le loro richieste denota il livello di serietà di certe posizioni.

I principali sindacati e associazioni di questa città hanno deciso negli anni di collaborare al fine di nascondere questi problemi, accontentandosi di ottenere soluzioni parziali a problemi particolari, offrendo anche i propri uffici stranieri per evitare il caos che questa legge produce. Noi pensiamo invece che sia ora di prendere atto che di fronte a queste leggi sull’immigrazione e l’impatto della crisi economica su tutti i lavoratori e le lavoratrici, non è possibile mantenere una posizione di mediazione. L’impegno per risolvere situazioni particolari non può continuare a essere un alibi per evitare di assumersi la responsabilità della lotta al razzismo istituzionale e contro la legge Bossi-Fini. Questo è quello che noi continueremo a fare.

30/10/2012

Coordinamento Migranti Bologna e provincia

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327.57.82.056

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